Escuchar "La giustificazione del perdono. Capitolo 30."
Síntesis del Episodio
Capitolo 30.
Il nuovo inizio.
VI-La giustificazione del perdono.
1. L'ira non è mai giustificata.
L'attacco non ha senso.
Con questo si inizia a sfuggire dalla paura, e con questo è la maniera di raggiungerla.
Con questo si scambiano i sogni di terrore per il mondo reale.
Perché il perdono poggia su questo, che è del tutto naturale.
Non ti viene chiesto di concedere il perdono lì dove si dovrebbero rispondere con l'attacco e dove l'attacco sarebbe giustificato.
Perché questo verrebbe da dire che stai perdonando un peccato, ignorando ciò che in realtà si trova lì.
Questo non è perdono, perché supporrebbe che nel reagire di un maniera che non è giustificata il tuo perdono è diventato la risposta all'attacco che ti è stato fatto.
E così il perdono non sarebbe appropriato per il fatto di essere stato concesso dove non doveva essere.
2. Il perdono è sempre giustificato.
I suoi cimenti sono solidi.
Tu non perdoni l'imperdonabile né ignori un attacco reale che merita una punizione.
La salvezza non c'è nel fatto che ci venga chiesto di rispondere di un maniera non naturale che non è in accordo con ciò che è reale.
Invece di esso la salvezza ti chiede soltanto di rispondere adeguatamente a ciò che non è reale, non percependo ciò che non è accaduto.
Se il perdono non fosse giustificato allora ti sarebbe chiesto di sacrificare i tuoi diritti quando ridai perdono invece di attacco.
Però ti viene chiesto semplicemente di prendere in considerazione il perdono come la risposta naturale di fronte a qualsiasi sofferenza che sia basata in un errore che non è che una petizione di aiuto.
Il perdono è l'unica risposta sana, perché impedisce che i tuoi diritti siano sacrificati.
3. Questa comprensione è l'unico scambio che permette al mondo reale di alzarsi per occupare il posto dei sogni di paura.
La paura non può sorgere a meno che sia giustificato l'attacco e se questo avesse una base reale il perdono non avrebbe alcun fondamento.
Il mondo reale è raggiunto quando percepisci che quello in cui è basato il perdono è completamente reale ed è pienamente giustificato.
Mentre crederai che il perdono è un regalo immeritevole quello non farà che rafforzare la colpevolezza che vuoi “perdonare”.
Il perdono che non è giustificato, è un attacco.
Ed è esso quello che il mondo può mai offrire.
Può essere che alcune volte perdoni i “peccatori” ma continui essendo cosciente che sono peccatori.
In modo che pensi che non si meritano il tuo perdono.
4. Questo è il falso perdono del quale il mondo fa uso per mantenere vivo il senso del peccato.
E dal momento che si ritiene che Dio è giusto, sembra impossibile che il Suo Perdono possa essere vero.
Così, il timore a Dio è il risultato inevitabile di considerare che il perdono è qualcosa immeritato.
Nessuno che considera se stesso colpevole può evitare di sentire paura di Dio.
Ma è salvato da questo dilemma se perdona.
La mente deve considerare il Creatore tale come considera se stessa.
Se riesce a capire che tuo fratello è degno del perdono, è che hai imparato che tu hai lo stesso diritto di essere perdonato che ha lui.
E non penseresti che Dio ha destinato per te un giudizio terribile che tuo fratello non merita.
La verità è che non meriti niente di meno, né più che lui.
Un corso di miracoli. Traduzione all'italiano da Greysis castillo.
Il nuovo inizio.
VI-La giustificazione del perdono.
1. L'ira non è mai giustificata.
L'attacco non ha senso.
Con questo si inizia a sfuggire dalla paura, e con questo è la maniera di raggiungerla.
Con questo si scambiano i sogni di terrore per il mondo reale.
Perché il perdono poggia su questo, che è del tutto naturale.
Non ti viene chiesto di concedere il perdono lì dove si dovrebbero rispondere con l'attacco e dove l'attacco sarebbe giustificato.
Perché questo verrebbe da dire che stai perdonando un peccato, ignorando ciò che in realtà si trova lì.
Questo non è perdono, perché supporrebbe che nel reagire di un maniera che non è giustificata il tuo perdono è diventato la risposta all'attacco che ti è stato fatto.
E così il perdono non sarebbe appropriato per il fatto di essere stato concesso dove non doveva essere.
2. Il perdono è sempre giustificato.
I suoi cimenti sono solidi.
Tu non perdoni l'imperdonabile né ignori un attacco reale che merita una punizione.
La salvezza non c'è nel fatto che ci venga chiesto di rispondere di un maniera non naturale che non è in accordo con ciò che è reale.
Invece di esso la salvezza ti chiede soltanto di rispondere adeguatamente a ciò che non è reale, non percependo ciò che non è accaduto.
Se il perdono non fosse giustificato allora ti sarebbe chiesto di sacrificare i tuoi diritti quando ridai perdono invece di attacco.
Però ti viene chiesto semplicemente di prendere in considerazione il perdono come la risposta naturale di fronte a qualsiasi sofferenza che sia basata in un errore che non è che una petizione di aiuto.
Il perdono è l'unica risposta sana, perché impedisce che i tuoi diritti siano sacrificati.
3. Questa comprensione è l'unico scambio che permette al mondo reale di alzarsi per occupare il posto dei sogni di paura.
La paura non può sorgere a meno che sia giustificato l'attacco e se questo avesse una base reale il perdono non avrebbe alcun fondamento.
Il mondo reale è raggiunto quando percepisci che quello in cui è basato il perdono è completamente reale ed è pienamente giustificato.
Mentre crederai che il perdono è un regalo immeritevole quello non farà che rafforzare la colpevolezza che vuoi “perdonare”.
Il perdono che non è giustificato, è un attacco.
Ed è esso quello che il mondo può mai offrire.
Può essere che alcune volte perdoni i “peccatori” ma continui essendo cosciente che sono peccatori.
In modo che pensi che non si meritano il tuo perdono.
4. Questo è il falso perdono del quale il mondo fa uso per mantenere vivo il senso del peccato.
E dal momento che si ritiene che Dio è giusto, sembra impossibile che il Suo Perdono possa essere vero.
Così, il timore a Dio è il risultato inevitabile di considerare che il perdono è qualcosa immeritato.
Nessuno che considera se stesso colpevole può evitare di sentire paura di Dio.
Ma è salvato da questo dilemma se perdona.
La mente deve considerare il Creatore tale come considera se stessa.
Se riesce a capire che tuo fratello è degno del perdono, è che hai imparato che tu hai lo stesso diritto di essere perdonato che ha lui.
E non penseresti che Dio ha destinato per te un giudizio terribile che tuo fratello non merita.
La verità è che non meriti niente di meno, né più che lui.
Un corso di miracoli. Traduzione all'italiano da Greysis castillo.
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